Riassumi questo articolo con:

Key Takeaways

  • La SEO per l’AI non punta più solo al posizionamento nei motori di ricerca, ma a essere scelti dagli algoritmi che generano le risposte (Google AI Overviews, ChatGPT, Gemini, Perplexity).
  • Il traffico non sparisce, si trasforma: cresce il traffico proveniente da interfacce conversazionali, più qualificato e con maggiore engagement (+47 % durata sessione, +23 % conversioni).
  • Le keyword contano meno: oggi vincono i contenuti che rispondono a intenzioni di ricerca complesse e semantiche (Guidance, Approfondimento, Informazione diretta).
  • I contenuti AI-friendly si riconoscono per:
      Struttura chiara e heading gerarchici (H1–H2–H3)
      Risposte brevi e verificabili
      Fonti citate e dati aggiornati
      Linguaggio naturale e fluido
  • Per gli e-commerce, la visibilità passa dal sito al feed dati: schede prodotto complete, markup Schema.org e coerenza tra Shopify, Google, Meta e Amazon sono le nuove “homepage”.
  • Le 6 mosse per restare visibili:
    1. Apri il sito agli agenti AI (robots.txt aggiornato)
    2. Aggiorna feed e dati strutturati
    3. Scrivi per rispondere a domande reali
    4. Cura la struttura tecnica e i Core Web Vitals
    5. Ottimizza per mobile e ricerca vocale
    6. Analizza le citazioni AI e il traffico generato
  • La vera sfida è costruire autorevolezza e fiducia:
    • Contenuti verificabili e tracciabili
    • Aggiornamenti periodici
    • Coerenza cross-platform
    • Integrazione tra SEO tecnica, UX e contenuto strategico

Cos’è la SEO per l’AI

La SEO per l’AI (o SEO for AI) è l’ottimizzazione di contenuti e dati affinché gli agenti intelligenti e Google AI overview comprendano, citino e promuovano le tue informazioni come fonte autorevole. Non si tratta più solo di posizionarsi su Google, ma di essere scelti dagli algoritmi che costruiscono le risposte.

Il nuovo scenario: ricerche senza click

Oggi le ricerche non passano più esclusivamente dai browser tradizionali.
Gli utenti interrogano: AI Overviews, ChatGPT, Gemini, Perplexity o altri sistemi che rispondono direttamente senza rimandare a siti esterni.
Quando le risposte arrivano già pronte, il clic verso il tuo sito non è più garantito.
Benvenuti nell’era degli AI Agent: una generazione di intermediari digitali che non si limitano a cercare, ma capiscono il contesto, selezionano le fonti più affidabili e agiscono in autonomia.
Per chi fa marketing e content strategy significa ripensare la visibilità online.

Il traffico non sparisce, cambia forma

Google non scompare: evolve.
Con l’arrivo dell’AI Mode, il motore di ricerca diventa un ecosistema ibrido in cui l’utente dialoga con l’intelligenza artificiale anziché scorrere una lista di link blu.
Una parte crescente del traffico si sposta quindi verso interfacce conversazionali.
Non lo troverai nei report di Analytics tradizionali, ma sarà traffico AI: più preciso, più approfondito, più qualificato.

I numeri parlano chiaro

Secondo SE Ranking, 2025, il traffico proveniente da ricerche AI rappresenta oggi circa lo 0,15 % del totale, ma mostra:
Sessioni di ricerca più lunghe (+47 %),
Maggiore engagement con i contenuti,
Tassi di conversione più alti (+23 %).

È un traffico qualitativo, non quantitativo. Chi lo intercetta oggi costruisce un vantaggio competitivo per il domani.

Diagramma che mostra la trasformazione del traffico con l’AI Mode: dalle ricerche con clic tradizionali alle interazioni conversazionali più lunghe e qualitative. Include dati su durata sessione (+47 %) e tasso di conversione (+23 %)

Da keyword a intenzioni: cosa cercano davvero le persone

Nella ricerca potenziata dall’AI le parole chiave contano meno delle intenzioni.
Gli utenti non digitano più “scarpe running uomo”, ma chiedono:
“Quali sono le migliori scarpe da running per chi si allena su strada tre volte a settimana e pesa 80 kg?”

Questo cambia il modo di fare content marketing: non basta “inserire keyword”, serve rispondere con precisione.

I tre intenti principali da intercettare

Nel mondo della ricerca potenziata dall’intelligenza artificiale, le persone non cercano più semplici parole chiave, ma esprimono intenzioni complesse.
Gli algoritmi di nuova generazione, dai motori tradizionali ai chatbot come ChatGPT e Gemini, interpretano queste intenzioni per restituire risposte più pertinenti.
Per intercettare (e soddisfare) questi intenti, dobbiamo imparare a riconoscerli.
Ecco i tre principali tipi di intenti di ricerca su cui costruire la tua strategia di contenuto.

1. Guidance pratica

Cosa rappresenta:
È l’intento “operativo”. L’utente non vuole una definizione, vuole fare qualcosa: risolvere un problema, applicare una procedura, scegliere il prodotto giusto.

Esempi di query:
“Come configurare il feed prodotti per Google Merchant Center?”
“Migliori tool per scrivere prompt efficaci con ChatGPT”
“Come migliorare il tempo di caricamento di un sito e-commerce”

Come intercettarlo:
Crea contenuti che accompagnino l’utente passo dopo passo, risolvendo un ostacolo reale.
L’AI tende a privilegiare questo tipo di materiale perché riconosce sequenze logiche e risposte contestuali utili per costruire una soluzione.

Formati consigliati:
Guide step-by-step (anche brevi ma chiare).
Tutorial pratici con esempi concreti.
Articoli comparativi “X vs Y”.
Checklist o mini workflow riassuntivi.

Suggerimento SEO per AI:
Usa titoli d’azione:
“Come fare…”, “Da dove cominciare con…”, “La guida completa per…”
L’AI li riconosce come segnali di how-to content e li cita più facilmente nelle risposte dirette o AI Overviews.

2. Approfondimento

Cosa rappresenta:
L’intento dell’utente che cerca comprensione e contesto. Non gli basta sapere “come”, vuole capire “perché”.
Questi utenti spesso si trovano nella fase di valutazione o riflessione: leggono, confrontano e cercano insight.

Esempi di query:
“Perché gli AI Agent cambieranno il modo di fare SEO”
“Come funziona l’AI Mode di Google”
“Impatto dell’AI sul traffico organico nel 2025”

Come intercettarlo:
Produci contenuti strutturati, argomentati e aggiornati. L’obiettivo è diventare fonte autorevole: l’AI attinge proprio da testi che contengono spiegazioni logiche, statistiche, correlazioni e riferimenti espliciti alle fonti.

Formati consigliati:
Articoli long-form (2000+ parole)
White paper o report di settore
Analisi di trend con dati e grafici
Case study e insight da esperienze reali

Suggerimento SEO per AI:
Integra dati aggiornati, citazioni di fonti e nomi di esperti.
I sistemi di ranking semantico (es. Gemini, Perplexity, ChatGPT RAG) premiano la densità informativa e la tracciabilità della fonte.

3. Informazione diretta

Cosa rappresenta:
È l’intento più immediato: l’utente cerca una risposta breve e verificata.
In questa fase l’obiettivo non è approfondire ma ottenere chiarezza — spesso con query “chi è”, “cosa significa”, “quanto costa”, “quando uscirà”.
Esempi di query:
“Cos’è l’Agentic Commerce Protocol”
“Cosa fa il bot GPTBot di OpenAI”
“Percentuale di traffico mobile nel 2025”

Come intercettarlo:
Offri micro-risposte chiare e aggiornate, corredate da una spiegazione leggermente più ampia.
L’AI estrarrà spesso proprio queste porzioni testuali per costruire snippet o AI Overview.

Formati consigliati:
FAQ e glossario interni
Tabelle riassuntive e definizioni
Mini-paragrafi esplicativi (50–80 parole)
Dati o statistiche con fonte linkata

Suggerimento SEO per AI:
Apri il paragrafo con una risposta secca, poi aggiungi una spiegazione.
Esempio:
L’Agentic Commerce Protocol è una tecnologia sviluppata da OpenAI per permettere agli utenti di acquistare direttamente tramite agenti AI come ChatGPT. In pratica, consente di collegare i feed dei merchant ai sistemi conversazionali.
Questo formato “Q + A compatto” è perfetto per l’estrazione semantica automatica.

Come ragiona un agente AI (e perché la pertinenza è tutto)

Quando un utente pone una domanda a ChatGPT o Perplexity, l’AI:

  • Analizza la query per comprenderne l’intento
  • Traduce tutto in embedding, rappresentazioni numeriche del significato
  • Cerca nei database vettoriali i contenuti più pertinenti
  • Genera una risposta tramite LLM citando le fonti più autorevoli.

Solo i contenuti semanticamente pertinenti e contestualmente coerenti entrano nel radar dell’AI.
Se non risulti rilevante rispetto alla domanda, non esisti nel risultato.
Questa è la nuova SEO: da keyword-first a context-first.

Come ragiona un agente AI (e perché la pertinenza è tutto)
Credits: https://accademia.searchon.it/

Cosa rende un contenuto AI-friendly

  • Struttura chiara con heading (H1-H2-H3)
  • Risposte dirette a domande frequenti
  • Dati verificabili con fonti citate
  • Linguaggio naturale, coerente con il parlato
  • Copertura completa dell’argomento

Aggiungi blocchi brevi (50–80 parole) che rispondano a una domanda specifica: aiutano le AI Overviews a estrarre il pezzo giusto della pagina.

E-commerce e AI: il feed è la nuova homepage

Per i brand e-commerce la partita si gioca sui dati strutturati. L’AI decide cosa mostrare in base a feed aggiornati, coerenza tra piattaforme e profondità di contenuto.

Le 4 colonne della visibilità e-commerce

Schede prodotto complete e multidimensionali
Titolo, prezzo e foto non bastano: servono descrizioni dettagliate, video, recensioni verificate e UGC.

Feed coerenti su ogni piattaforma
Shopify, Google Merchant, Amazon, Meta Catalog sincronizzati in tempo reale.

Contenuti guida che anticipano le domande
Articoli come “I migliori robot aspirapolvere per case con animali”, “Come scegliere un materasso memory foam in base alla posizione in cui dormi”, “Novità 2025: smartphone sotto i 400 € da tenere d’occhio”.

Dati strutturati Schema.org
Implementa Product, Review e FAQ Schema per far capire all’AI cosa vendi e a chi serve.

ChatGPT Shopping: la rivoluzione è arrivata

Il 29 settembre 2025, OpenAI ha lanciato Instant Checkout, una funzionalità che permette agli utenti di acquistare prodotti direttamente all’interno di ChatGPT senza lasciare l’interfaccia conversazionale. Il lancio iniziale coinvolge i venditori Etsy e oltre un milione di merchant Shopify, tra cui brand come Glossier, SKIMS, Spanx e Vuori.
La funzionalità è disponibile per gli utenti ChatGPT Plus, Pro e Free negli Stati Uniti.

Partnership strategica con Shopify e Stripe

La collaborazione tra OpenAI e Shopify era in sviluppo da tempo, come confermato dal CEO di Shopify Tobi Lütke: “Abbiamo lavorato con OpenAI per consentire alle persone di cercare e acquistare prodotti in chat, ed è stato difficile mantenere il segreto.”

OpenAI ha sviluppato l’Agentic Commerce Protocol in partnership con Stripe, creando uno standard aperto per il commercio guidato da AI che consente agli agenti AI, alle persone e alle aziende di collaborare per completare gli acquisti.

Come funziona l’esperienza d’acquisto:

  1. Discovery conversazionale: L’utente chiede “Suggeriscimi una giacca impermeabile per trekking sotto i 200€”
  2. Ricerca intelligente: ChatGPT interroga i cataloghi dei merchant e seleziona i prodotti più pertinenti
  3. Presentazione contestualizzata: L’AI mostra opzioni con descrizioni personalizzate
  4. Checkout diretto: L’utente può completare l’acquisto direttamente in ChatGPT, con ChatGPT che agisce come agente AI dell’utente, trasmettendo in modo sicuro le informazioni tra utente e merchant
  5. Merchant of record: Gli ordini, i pagamenti e l'evasione sono gestiti dal merchant utilizzando i suoi sistemi esistenti

Il vantaggio competitivo per i merchant di Shopify e Etsy

Se sei un merchant Etsy o Shopify, non devi fare domanda o creare un'integrazione: sei già idoneo automaticamente.

Tuttavia, la visibilità dipende dall'ottimizzazione del catalogo. Quando classifica più merchant che vendono lo stesso prodotto, ChatGPT considera fattori come disponibilità, prezzo, qualità, se un merchant è il venditore principale e se Instant Checkout è abilitato.

I merchant che emergono nelle raccomandazioni AI hanno:

  • Descrizioni prodotto ricche e naturali (non keyword stuffing)
  • Immagini di alta qualità con alt text descrittivo
  • Recensioni verificate e numerose (social proof)
  • Metadati completi (varianti, taglie, colori, materiali)
  • Pricing competitivo e trasparente
  • Politiche chiare su spedizioni, resi e garanzie
  • Inventario aggiornato in tempo reale

6 mosse per non restare invisibili

1. Apri il sito agli agenti AI
Controlla il tuo robots.txt:

User-agent: GPTBot  
Allow: /  
User-agent: Google-Extended  
Allow: /  
User-agent: CCBot  
Allow: /  
User-agent: PerplexityBot  
Allow: /


2. Aggiorna feed e dati strutturati
Fai un audit mensile: prezzi, disponibilità, markup Schema.
Testa con il Google Rich Results Test.

3. Scrivi contenuti che rispondono a domande reali
Usa AnswerThePublic, AlsoAsked o Search Console per scoprire le domande degli utenti.

Esempi:
“iPhone 15 vs Samsung Galaxy S24: quale scegliere nel 2025”
“Come fare il feed prodotti Shopify in 5 passaggi”

4. Cura la struttura tecnica
Article Schema su ogni blogpost
Breadcrumb Schema per la navigazione
FAQ Schema nelle pagine servizi
Immagini ottimizzate (alt text + filename parlante)
Core Web Vitals: LCP ≤ 2.5 s, CLS ≤ 0.1, INP ≤ 200 ms (Google Developers)

5. Pensa mobile-first
Il 60–64 % del traffico globale arriva da smartphone (Statcounter 2025).
L’esperienza mobile deve essere fluida, leggibile e ottimizzata per ricerca vocale.

Analizza durata sessione e conversioni per capire quali contenuti sono citati dalle AI.

La vera sfida: autorevolezza e fiducia

Ottimizzare per l’AI oggi non significa solo apparire nei risultati: significa diventare una fonte riconosciuta e affidabile dagli algoritmi.
I sistemi di intelligenza artificiale scelgono i contenuti in base a pertinenza, coerenza e credibilità, esattamente come farebbe un giornalista che valuta le sue fonti.
Costruire autorevolezza non è un’azione singola, ma un processo continuo che combina competenza, trasparenza e consistenza nel tempo.

Schema che mostra come l’autorevolezza si distribuisce nei diversi ecosistemi digitali: Google (pertinenza), Social (coerenza) e AI generativa (credibilità)

Come si costruisce autorevolezza

Contenuti verificabili→ dati e fonti linkate
Ogni affermazione deve poggiare su numeri reali, ricerche o esperienze documentate.
Inserisci sempre fonti citabili, riferimenti a studi, benchmark o statistiche aggiornate. Le AI premiano i testi che dimostrano “tracciabilità” delle informazioni.

Aggiornamenti costanti → revisiona ogni 6-12 mesi
Un contenuto datato perde valore semantico. Aggiornare titoli, dati e riferimenti segnala agli algoritmi che il sito è attivo e curato, aumentando la fiducia e la probabilità di essere citato.

Coerenza cross-platform→ stesso messaggio su sito, social e marketplace
L’AI valuta la reputazione “a rete”: se il tuo brand comunica lo stesso tono, dati coerenti e messaggi allineati ovunque (blog, schede prodotto, social, profilo Google Business), la fiducia aumenta.

Visione integrata → SEO tecnica + UX + contenuto strategico
L’autorevolezza nasce anche dall’esperienza utente: pagine veloci, strutturate e leggibili rendono i contenuti più fruibili per persone e algoritmi.
SEO tecnica, UX e content devono lavorare insieme per costruire un ecosistema credibile e solido.

FAQ — Domande frequenti sulla SEO per l’AI

La SEO tradizionale è morta?

No. Si sta evolvendo. Le buone pratiche restano, ma cambia il modo in cui gli utenti accedono ai contenuti.

Devo bloccare i bot AI?

Solo se hai ragioni legali specifiche. Bloccarli significa diventare invisibile per le AI Overviews.

Quanto tempo serve per vedere risultati?

Circa 3-6 mesi per effetti misurabili. È un investimento di medio-lungo periodo.

Quali metriche monitorare?

Oltre a traffico organico e conversioni: citazioni in AI, referral AI, tempo medio di sessione AI.

Conclusione

La SEO non è morta: si è evoluta.
Chi oggi investe in contenuti di valore, feed curati e pertinenza semantica, domani non dovrà inseguire le AI ma sarà già parte delle loro risposte.
Il vero vantaggio competitivo non è più quello di “essere primi su Google”, ma diventare la fonte che l’intelligenza sceglie di citare.

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